Lo smartphone è ormai parte di noi al punto che non viene più associato al concetto di telefono, quanto piuttosto alla possibilità di avere con sé uno strumento in grado di fornire continuamente risposte e soluzioni.
Da anni ormai si dibatte sui possibili rischi legati all’uso ininterrotto dello smartphone e si tirano in ballo continuamente dati e statistiche sull’abuso che ne fanno gli adolescenti per i quali lo smartphone rappresenta una chiave di accesso a qualunque forma di informazione e conoscenza.Gli aspetti emersi con maggiore risonanza sono sicuramente quelli legati all’esposizione ai campi elettromagnetici di radiofrequenza, ma, se proprio vogliamo andare a fondo della questione, il problema non si limita affatto a questo.Gioverebbe indubbiamente alla salute non averlo sempre a pochi centimetri dal cervello o utilizzando “moderatori” come le cuffie o il trasferimento su dispositivi più grandi quando possibile, con il bluetooth, ma di sicuro gioverebbe molto di più prendere seriamente in considerazione i danni che può generare alla memoria.
Le tecniche di memorizzazione, così come la naturale tendenza a ricordare, si basano su meccanismi che il cervello può produrre in autonomia ovviamente, senza l’ausilio di computer o dispositivi informatici. Il vero problema dello smartphone, al di là del discorso molto importante legato alla salute, è che abitua l’utente ad una velocità di trasmissione delle informazioni senza precedenti. Il dito scorre sullo schermo offrendo una gamma vastissima e differenziata di informazioni che il cervello elabora alla velocità della luce. La facilità di reperimento delle informazioni disabitua l’utente alla memorizzazione e lo alleggerisce da tutta una serie di attività che in precedenza doveva mettere in atto per creare associazioni e legami tra concetti e concetti, tra concetti e immagini , tra concetti e numeri (come le date).
Le tecniche di memorizzazione hanno il preciso compito di facilitare la vita di chi le applica con il vantaggio di allenare il cervello e utilizzare i naturali meccanismi di apprendimento.
Lo smartphone abitua l’utente a non contare su se stesso sollevandolo da facili facoltà mentali che è pericoloso abbondonare perché, per quanto sia facile avere uno smartphone, è ancora possibile trovarsi un situazioni in cui non si può contare sul suo aiuto ed è lì che ci si sorprende (negativamente) se non si è in grado di contare sulle proprie capacità mentali!
Andrebbero pertanto preservate tutte quelle abilità che tengono attivo il nostro cervello e non ci fanno abbassare la guardia perché qualcun altro le fa per noi:
- la capacità di produrre associazioni mentali ( non sottovalutare mai l’incredibile potenziale del tuo cervello!)
- la capacità di calcolo (ok la calcolatrice, ma hai un cervello!)
- la capacità di orientamento (il navigatore non è sempre un buon compagno di viaggio!)
- la capacità di ricerca (quando hai trovato le informazioni come ti assicuri che siano attendibili?)
Come mettere in campo tutto questo?Noi la sappiamo lunga al riguardo!
Prenditi cura della tua memoria per mantenerla sempre funzionante.
Come?
Hai 2 azioni a tua disposizione:
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