Caldo e memoria: a rischio anche i giovani – parte 2

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A seguito dell’esperimento notturno, gli studenti sono stati chiamati a risolvere alcuni test al cellulare: nel primo dovevano distinguere il colore di alcune parole, per testare la velocità di risposta e la capacità di focalizzarsi sugli stimoli rilevanti, in presenza di elementi di distrazione; il secondo consisteva in una serie di domande di aritmetica, per testare la memoria sul lavoro.

I risultati sono stati inequivocabili: gli studenti che avevano riposato in un clima non eccessivamente caldo sono stati più veloci e precisi nelle risposte. Gli altri hanno avuto prestazioni più lente e più scadenti fino a raggiungere in generale punteggi inferiori in cinque parametri cognitivi, inclusi rapidità delle risposte e memoria di lavoro.Secondo le considerazioni dei ricercatori la scarsa performance è legata sia a fattori ambientali (come il rumore dovuto alle finestre aperte) sia fisiologici (caldo e insufficiente idratazione che hanno determinato una pessima qualità del sonno).

Tutto chiaro fin qui, ma è in arrivo il colpo di scena: con il calo delle temperature le performance sono rimaste basse. Perché?
Perché gli edifici progettati per trattenere il calore nel periodo invernale, hanno infatti impiegato più tempo a raffreddarsi.
Tutto questo per arrivare a cosa?
Goditi il sole, la bella stagione, ma presta attenzione sempre alle condizioni ambientali che ti consentono di riposare bene e di proteggere la tua condizione fisica e intellettiva.
E, non ultima, la tua memoria!
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